Vile attacco a Torino alla targa in memoria della prima donna a ricoprire la carica di ministro della Repubblica Italiana.
Una svastica è stata tracciata con uno spray di vernice nera su una lapide intitolata, a Torino, a Tina Anselmi, partigiana e prima donna ad avere ricoperto la carica di ministro nella Repubblica Italiana. La lapide si trova nel giardino, in via San Marino, che dallo scorso aprile è intitolato alla Anselmi.
Condanna unanime è stata espressa immediatamente per l'atto. «Bisogna essere dei vigliacchi e degli ignoranti per imbrattare con il simbolo del male assoluto la targa a Mirafiori Nord di una donna mite e coraggiosa come Tina Anselmi. Vergognatevi», ha detto Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2, dove ricade il giardino di via San Marino. Anselmi è morta nel 2016. Alla cerimonia di intitolazione dell'area verde, lo scorso aprile, erano presenti la vicesindaca, Michela Favaro, la presidente del consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, e la nipote Valentina Magrin.
«La più ferma condanna dell’atto vandalico con cui è stata imbrattata la targa dedicata a Tina Anselmi a Torino. Spero che tutte le forze politiche trovino la forza e il coraggio di condannare un atto così spregevole. Tina Anselmi è e rimane un patrimonio politico e culturale per tutta l’Italia e per tutte le forze democratiche. Il suo impegno nella lotta di Liberazione, le sue iniziative in Veneto, l’attività da ministro della sanità e la sua tenacia sono un esempio ancor oggi attualissimo». Lo afferma il segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, Andrea Martella.
«La barbarie va fermata. La svastica sulla targa di Tina Anselmi non può essere derubricata o sminuita come un fatto isolato, come azione di pochi. Qui ci sono professionisti che stanno facendo il lavoro sporco per promuovere e sdoganare valori che sono in netto contrasto con la democrazia, con la Costituzione e con l’Europa. Come avviene ogni volta che si avvicinano le elezioni politiche negli ultimi anni, si moltiplicano gli atti di violenza contro persone, ma anche e soprattutto contro la memoria. Perché Tina fu partigiana antifascista e fu un esempio di politica seria, onesta e dedicata al servizio del Paese. Ora, non si tratta di rimanere ancorati alle contrapposizioni del Novecento, ma di guardare a occhi aperti a quelle che si stanno delineando ora. Hanno dei nomi precisi: si chiamano Trump, si chiamano Putin, si chiamano Orbàn. Quella svastica è un riferimento preciso a regimi illiberali del presente, non del passato». Lo afferma l’eurodeputata del Partito democratico, Alessandra Moretti.