Il vicepresidente della commissione Sanità ed il consigliere polesano intervengono sul caso degli Istituti Polesani per disabili psichici e fisici e domandano “Com’è possibile che in una struttura che riceve continui finanziamenti dalla Regione Veneto non ci siano stati controlli nonostante le numerose segnalazioni pervenute anche tramite articoli di giornale?” VENEZIA “Com’è possibile che in una struttura che riceve continui finanziamenti dalla Regione Veneto non ci siano stati controlli nonostante le numerose segnalazioni pervenute anche tramite articoli di giornale?”. A domandarlo, sono i consiglieri regionali del Pd Claudio Sinigaglia, vicepresidente della commissione Sanità ed il consigliere polesano Graziano Azzalin, commentando l’inchiesta che ha interessato gli Istituti Polesani per disabili psichici e fisici di Ficarolo, in provincia di Rovigo. “Siamo rimasti increduli e sconcertati nell’apprendere quanto è accaduto – dichiarano i due esponenti democratici – Zaia dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e non limitarsi a dire grazie alle forze dell’ordine per l’indagine che hanno brillantemente portato avanti”. “Purtroppo – proseguono i due esponenti democratici – i nodi vengono al pettine: siamo l’unica Regione a non aver fatto la riforma delle case di riposo; con la liberalizzazione delle impegnative stiamo assistendo ad una concorrenza sleale tra privato e pubblico per accaparrarsi gli utenti a scapito della qualità; i prezzi per il ricovero degli anziani e degli ammalati psichiatrici sono impossibili da sostenere (stiamo andando verso i 2.000 euro al mese), il fondo per la non autosufficienza è sottostimato; l’assistenza domiciliare è una chimera. E da due mesi siamo sena assessore regionale al sociale: cosa sta aspettando Zaia per nominarlo?” “Oltre ad un interrogazione per ricostruire quanto è successo e per stabilire le responsabilità regionali – informano Sinigaglia e Azzalin – attiveremo l’ispettivo regionale per una minuziosa ricostruzione della situazione degli istituti polesani di Ficarolo per capire se sussistano i presupposti per recedere dall’accreditamento e dalla convenzione con la struttura incriminata”.
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