Il segretario veneto Alessandro Bisato: «Un altro fallimento della Regione. Rivedere il piano trasporti»
«Serviva spendere un miliardo di euro dei contribuenti per non mettere sui binari neppure un treno?». Il segretario regionale del Partito Democratico, Alessandro Bisato condanna senza appello le politiche sui trasporti del Veneto. «È un altro fallimento della Regione. Ma il fatto più grave è che solo il gruppo consiliare del Pd chieda conto della chiusura definitiva del progetto di metropolitana di superficie. Possibile che nessun consigliere della maggioranza alzi la mano per chiedere come sono stati spesi i soldi dalla metà degli anni Novanta a oggi? Va tutto bene? Nessuno degli step in cui era ipotizzata l’opera è concluso, non c’è un solo treno in più a servizio dei 160 mila pendolari giornalieri che utilizzano la ferrovia nella nostra regione e per la maggioranza al governo ininterrottamente dal 1995 a oggi non c’è alcun rilievo da fare? Nessuna autocritica?». Il progetto di realizzazione di un servizio metropolitano di superficie in Veneto risale all’inizio degli anni ’90 ed era suddiviso in tre fasi successive. «Nemmeno la prima fase è completamente terminata», ricorda Bisato, «con i cantieri nella zona di Gazzera (Mestre) fermi da anni. Sostanzialmente sono stati fatti lavori di edilizia – qualche parcheggio, e l’innalzamento dei marciapiedi in alcune stazioni – e stradali con la soppressione di passaggi a livello, ma neppure tutti quelli che servivano. Ma sono tutte azioni che non incidono minimamente sulla qualità del servizio ferroviario». Non a caso, nota Bisato, «le poche migliorie lungo l’asse Treviso – Mestre – Padova – Vicenza – Verona sono dovute agli investimenti di Trenitalia e del ministero dei trasporti, non certo della Regione. Mentre restano imbarazzanti, anzi in alcuni casi sono pure aumentati, i tempi di percorrenza delle linee minori, da Bassano a Venezia, la Verona Rovigo, la Belluno Padova, la Schio Vicenza, la Rovigo Chioggia, la Belluno Venezia, solo per fare qualche esempio con i viaggiatori spesso costretti a inutili e dispersivi cambi di treno ogni 50-70 chilometri. Linee dove spesso viaggia materiale vecchio soggetto a guasti e privo di confort». Per il futuro, conclude il segretario, «sarebbe indispensabile rimettere mano al piano regionale dei trasporti, aggiornandolo (è del 2005) o più seriamente, redigendone uno nuovo. Con la speranza che questa volta si metta nero su bianco una programmazione realistica per favorire l’utilizzo del trasporto su ferro visto il grave inquinamento atmosferico da cui è afflitta la regione».