Sulla vicenda Pfas la Regione Veneto si caratterizza per chiacchiere e scaricabarile. Dal governo fatti, collaborazione e risorse.
Occorre ricordare che è stato il Governo a svegliare da anni di sonno profondo la Regione. I fondi per il Fratta Gorzone erano bloccati da 5 anni e il Ministero per ambiente ha invitato la regione ad utilizzarli per non perderli. Il Governo ha inserito in questo accordo un anno fa in maniera tempestiva e lungimirante la tematica dei Pfass. Ma l’urgenza della parola polemica della regione e dell’assessore Bottacin non si è tradotta in rapidità di azione. Dopo un anno di attesa solo lunedì prossimo – alla buonora- il Veneto presenterà i progetti e deluciderà come intende spendere le ingenti risorse. Infatti si sono sbloccate risorse ferme, per inerzia, da molti anni: 23 milioni per il Fratta Gorzone, con la possibilità di usarli per i PFAS. Inoltre, si ricorda che vi sono sempre i 10 milioni (dei 23) che il MATTM ha lasciato nella piena disponibilità del territorio per il trattamento fanghi per il distretto conciario e sui quali ad oggi regna sovrano il silenzio. Farebbero meglio a preoccuparsi di questo anziché mettere in dubbio l’arrivo degli 80 milioni del Ministero dell’Economia. Il Ministero dell’ambiente ha rispettato le promesse in tempi celeri perché ha programmato ulteriori risorse a valere su quelle che sono state destinate al MATTM nell’ambito della quota degli FSC nazionale per ulteriori 80 milioni come si evince con DPCM per il riparto delle risorse a valere sull’articolo 1, comma 140 della Legge di stabilità 2017 che è andato prima alle Commissioni parlamentari e ora è alla registrazione della corte dei conti. Chi ha inquinato pagherà e grazie alle nuove norme sugli ecoreati introdotti proprio dal governo Renzi si potrà perseguire i colpevoli. Poco solerte la regione anche in questo senso. Il Parlamento invece ha inviato la Commissione Parlamentare di inchiesta sugli ecoreati il cui Presidente On. Bratti ha evidenziato molti aspetti importanti dell’indagine e che saranno presentati domani a Ferrara alla RemTechexpo alle ore 9.30. Quanto ai limiti e livelli di soglia la regione smetta di giocare alle 3 carte. L’autonomia predicata, quella brandita a suon di referendum e quella possibile già ora. Perché la regione a guida leghista chiede autonomia su tutto e quando può già esercitarla perché la norma lo consente, non si perita a farlo nell’interesse dei suoi cittadini? Dopo la figuraccia sui vaccini Zaia vuole ripetere il film, o forse ha capito qualcosa visto l’annuncio di voler normare finalmente i limiti delle acque di scarico con provvedimento regionale? Era ora! O dobbiamo aspettare che si inquinino territori di altre regioni si riempia per vedere risposte per la salute dei cittadini veneti? È giunta l’ora di fare chiarezza anche sui limiti per le acque su cui Bottacin e la Regione sembrano voler creare confusione ad arte, parlando di limiti per le acque senza spiegare che ci sono diverse tipologie di acque. Dove il Governo poteva e’ già intervenuto. Per l’acqua potabile i limiti previsti sono estremamente vincolanti e chiari, giustamente cautelativi, anche se per inquinanti di nuova generazione come i PFAS occorre proseguire con adeguati studi per comprendere gli effetti sulla popolazione nel lungo periodo. Con D. Lgs 172/2015 sono stati fissati da parte del Gruppo di lavoro tecnico del Ministero, degli standard di qualità ambientale (SQA) per le acque superficiali, inclusi i composti perfluorurati PFBA, PFPeA, PFHxA, PFBS, PFOA, PFOS. Col D.M. 6 luglio 2016 c’è stata la fissazione dei valori soglia per la definizione del buono stato chimico delle acque sotterranee, tra cui i valori soglia dei composti perfluorurati PFPeA, PFHxA, PFBS, PFOA, PFOS. La Direzione Generale per lo sviluppo sostenibile e per il danno ambientale del Ministero dell’Ambiente sta inoltre procedendo con la valutazione del danno ambientale collegato alla contaminazione da PFAS in Veneto, in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA-SNPA). Inoltre, la Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali sta seguendo le attività di valutazione dei composti perfluoro-alchilici nell’ambito del regolamento Reach, il regolamento dell’Unione europea in seno alla agenzia ECHA, European Chemicals Agency, per le autorizzazioni o restrizioni per l’uso e la commercializzazione dei prodotti contenenti sostanze PFAS. Per quanto riguarda la disciplina delle acque di scarico, oggetto della sterile polemica della Regione si ricorda che la Regione Veneto sulla base di quanto disciplinato dall’articolo 101 del Decreto Legislativo 152/2006 e nell’esercizio della sua AUTONOMIA aveva sin dall’emanazione del Testo Unico Ambientale (2006) la facoltà di definire i valori limite di emissione nelle acque reflue di scarico. on. Diego Zardini on. Alessia Rotta