Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro e in vista del 1° Maggio Festa nazionale dei lavoratori, il Partito democratico regionale del Veneto ha presentato una campagna per affrontare questa emergenza nazionale e che tocca profondamente anche il Veneto. «Si tratta di un decalogo di proposte concrete», spiega il segretario regionale Andrea Martella, «tra cui l’incremento del personale degli Spisal regionali, l’aumento dei controlli nei cantieri, misure di contrasto alla precarietà, l’attenzione alla formazione, l’istituzione di un sistema di premialità per le aziende che investono in sicurezza, verifiche puntuali e l’istituzione di un osservatorio regionale sul mondo del lavoro in collaborazione con imprese e organizzazioni sindacali». La campagna presentata oggi dal PD si intitola ‘Per un lavoro sicuro in Veneto’.
«La sicurezza sul lavoro si costruisce anche e soprattutto sul versante della prevenzione e della formazione, in una logica di collaborazione e corresponsabilità», afferma Martella. «Purtroppo i numeri sono allarmanti, in particolare nel Veneto, ed è il motivo per cui abbiamo deciso questa iniziativa con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare la Regione a porre in atto delle azioni concrete per invertire una tendenza che ormai da anni vede il nostro territorio in cima alle classifiche per incidenti e mortalità sui luoghi di lavoro». È necessaria una nuova cultura della sicurezza sul lavoro abbandonando l’idea che non rispettare le leggi sulla sicurezza aumenti la produttività o che gli investimenti per la tutela della salute dei lavoratori siano dei costi sopprimibili».
I dati
Il Veneto è tra le poche regioni in cui nel 2022 i morti sul lavoro sono aumentati rispetto all’anno precedente, secondo solo alla Lombardia. Dal 2017 al 2022 hanno perso la vita in questa regione 674 lavoratori. Come evidenziano i recenti dati Inail, in Veneto nel primo trimestre del 2023 i morti sono aumentati del 33%, passando in soli tre mesi da 9 a 12. Nel 2022 sono aumentate anche le denunce di malattie professionali (+14,67%) e le denunce di infortunio (+20,82%). Il PD chiede un’attenzione particolare al lavoro precario visto l’incremento significativo delle denunce di infortunio in cui sono vittime le donne (+42,44%) e i giovani (+39,3%), categorie particolarmente esposte al lavoro non stabile.
La legislazione
Le norme nazionali in tema di sicurezza sul lavoro è all’avanguardia. Il decreto legislativo 81/2008 definisce un quadro normativo puntuale ed efficace, ma resta ancora lontana dalla piena applicazione. Alcuni passi avanti sono stati fatti con il decreto legge 146 del 2021 che, oltre ad aver inasprito le sanzioni per chi non rispetta gli standard di sicurezza, ha previsto l’assunzione di ben 2.000 ispettori presso l’INL, segnando un incremento del 65% del personale in servizio. Piano inspiegabilmente bloccato dal governo Meloni.
«In Veneto il personale degli Spisal regionali è da anni pesantemente sotto dimensionato di almeno un centinaio di unità e privo delle figure professionali necessarie a monitorare la complessità del sistema produttivo veneto», dichiara Vanessa Camani consigliera regionale e referente per il Lavoro in segreteria regionale. «Con questi numeri si riesce a stento ad intervenire sulle emergenze, mentre l’attività di vigilanza, cardine della prevenzione, è troppo limitata quando addirittura non assente».
In Consiglio regionale, riporta Camani «abbiamo chiesto e ottenuto, che la Sesta Commissione - competente in materia di lavoro - avvii una speciale attività di studio e indagine sulle condizioni di lavoro e di sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro nella nostra regione. Il Piano Strategico Regionale, sottoscritto nel 2015 da Regione e organizzazioni sindacali e datoriali, non può continuare a restare in gran parte solo sulla carta. Serve immediatamente un suo aggiornamento e una sua applicazione rigorosa, oltre ad una congrua dotazione economica. E un’attenzione particolare va posta alle nuove professioni collegate alle piattaforme e al progressivo consolidamento di un “caporalato digitale” che sfrutta i lavoratori della gig economy. Come pure di quelle tradizionali».
«La vicenda di grave sfruttamento lavorativo che ha coinvolto migliaia di lavoratori dei cantieri navali, inclusi quelli veneziani, gli episodi di caporalato in agricoltura che si sono registrati nel polesine, i casi di irregolarità e precariato sempre più frequenti nel campo della logistica e nel settore delle costruzioni sono tutti campanelli d’allarme che espongono il Veneto a rischi crescenti», ricorda la vice segretaria del Pd regionale, Monica Lotto.
«Nei prossimi giorni la campagna sarà diffusa in tutto il territorio attraverso i nostri circoli e attivando confronti con le organizzazioni sindacali e le imprese», spiega il segretario organizzativo del PD Veneto, Alessandro Basso. «Questa campagna si affianca a quelle già avviate le scorse settimane sulla salute dei cittadini e sulla siccità».