La Regione deve rivedere completamente il progetto di finanza «Se la Regione ritiene non ci siano problemi lo dica e lasciamo tutto com’è. Ma allora completi la Pedemontana e non venga a implorare l’intervento del governo come fa da sei mesi a questa parte». Lo afferma l’esponente veneto del Pd Roger De Menech, riguardo alla scelta del Ministero delle Infrastrutture di chiudere la gestione commissariale della Pedemontana al 31 dicembre 2016, dopo sette anni di lavoro. Una decisione criticata dallo stesso commissario Vernizzi. «La realtà», aggiunge il deputato, «è che la Pedemontana è un progetto di finanza che, come molti altri ideati dalla coppia Galan – Zaia, è nato male e rischia di finire peggio. Di fatto non sta in piedi e così com’è la superstrada non è realizzabile. Interamente gestito dalla Regione Veneto, il progetto di finanza sulla Pedemontana è stato pesantemente viziato da studi sui flussi di traffico che non sono stati giudicati congrui dagli investitori. Oltra ai dubbi delle banche chiamate a erogare i finanziamenti al concessionario, ci sono quelli di Cassa Depositi e Prestiti, della Corte dei Conti – secondo cui l’attuale Project non garantisce la conclusione dell’opera e che ha stigmatizzato più volte la sovrapposizione di spese tra gestione commissariale e organi ordinari – e ora si aggiungono le perplessità di Anac, tanto che il presidente Cantone chiede di riscrivere il piano. Vanno inoltre rilevate due questioni: primo, la gestione commissariale durava da sette anni e quindi avrebbe già dovuto risolvere l’emergenza traffico; secondo, gli unici soldi spesi fino a questo momento per la realizzazione della Pedemontana sono quelli stanziati dai governi che si sono succeduti dal 2002 a oggi. Non un euro dalla Regione, non un euro dai privati». «Il ministero come ente vigilante», conclude De Menech, «è impegnato per trovare la soluzione che garantisca che l’opera non rimanga incompiuta, per salvaguardare i posti di lavoro ma senza che, come al solito, i costi ricadano esclusivamente sulla finanza pubblica e i benefici siano esclusivo appannaggio dei privati.»
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