«Il nuovo Pd veneto è un partito forte, ordinato, a vocazione governativa e ha un gruppo dirigente legittimato a esprimerne la linea politica. Altri esponenti, per quanto ritenuti autorevoli, manifestano esclusivamente opinioni di carattere personale». Il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, ricorda come la linea politica sulle elezioni regionali e sulle alleanze sia stata decisa mesi fa, a ottobre, prima ancora delle primarie con cui è stata selezionata la candidata presidente. «Abbiamo assunto le decisioni nei nostri organi e manteniamo con coerenza quella linea: l’alleanza vera la facciamo e la stiamo facendo con tutti veneti. Non è casuale che Alessandra Moretti sia impegnata dal 16 gennaio scorso in un autentico “faccia a faccia” con il Veneto e con i cittadini, le imprese e le associazioni della nostra regione. Prendiamo atto della decomposizione in corso in un centrodestra dove Zaia è ogni giorno più debole, disordinato e confuso, ma tutti coloro che si candidato saranno avversari di Alessandra Moretti». I cittadini, dice De Menech, «riconoscono al nuovo Pd la trasparenza nel processo decisionale, la coerenza nel portare avanti un progetto alternativo al passato e la vocazione governativa. Anche in Veneto, cittadini e imprenditori riconoscono l’efficacia delle politiche del governo Renzi sul lavoro e sulle riforme e chiedono altrettanto vigore nel cambiare una Regione esausta dopo due decenni di gestione Galan-Zaia. Per questo le decisioni assunte sulle liste non risentono certo dei cambiamenti dell’ultima ora. Con le formazioni alla sinistra del Pd stiamo facendo un percorso costruttivo e stiamo ragionando sul futuro della regione». Anche su temi come l’autonomia, il Pd ragiona da forza di governo, non come gli agitatori di piazza. «Il punto fermo è l’autonomia concreta e possibile, no proposte impossibili. Una volta al governo, l’articolo 116 della Costituzione che applicheremo porterà un grado maggiore di autonomia rispetto ad oggi».
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