La proposta di legge Camani (PD) ottiene via libera unanime in commissione
«Esattamente un anno fa, quando ci siamo svegliati tutti sconvolti dal terribile femminicidio di Giulia Cecchettin, mi sono interrogata, da donna, madre e rappresentante istituzionale, su cosa poter fare. Per andare oltre il cordoglio ed essere concretamente a fianco della sua famiglia. Per contribuire, non solo a parole, a mettere un argine a questa deriva assassina. Per evitare che mia figlia diventi un giorno vittima o mio figlio un giorno carnefice. Non lo nascondo: per giorni ho provato un sentimento misto, di angoscia e impotenza. Un senso di smarrimento, dato dalla ancora larga indecifrabilità di questo tremendo fenomeno che ogni giorno si abbatte sulle nostre quotidianità. Da qui, una convinzione: la necessità di dotare le istituzioni, in questo caso la nostra Regione, di strumenti di profonda comprensione, indispensabili per poter mettere al sicuro le donne, nel modo più efficace. Ne è sortita una proposta di legge, presentata a dicembre dello scorso anno, per l’istituzione di un Osservatorio regionale contro la violenza di genere. A distanza di un anno dall’uccisione di Giulia, questa proposta ha ottenuto un primo via libera da parte di tutti i consiglieri regionali che siedono nelle commissioni competenti. Una unanimità politica che è la miglior risposta al rischio di un’inerzia istituzionale».
Le parole sono di Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, prima firmataria della proposta di legge per l’istituzione dell’Osservatorio regionale contro la violenza di genere.
«Capire, grazie agli esperti e agli operatori che faranno parte dell’Osservatorio, come si insinua e si struttura la violenza di genere dentro la società. Comprenderne le cause scatenanti, l’humus culturale e le dinamiche che rendono pervasivo il fenomeno. E poi decidere, pianificare ed attuare un piano strutturato di interventi, in grado non solo di proteggere le donne ma di rendere pienamente effettivo e paritario il loro protagonismo nella società. Gli obiettivi, condivisi da tutti i consiglieri regionali, sono questi. In questi dodici mesi, il ricordo di Giulia ha continuato a accompagnare e a stimolare la nostra attività in Consiglio Regionale. Con caparbietà, assieme ai colleghi del Gruppo PD, che ringrazio, abbiamo pervicacemente insistito affinché questa nostra proposta potesse diventare legge della Regione del Veneto. Ora il provvedimento è pronto per l’aula, forte appunto di una unanime condivisione: manca solo un ultimo passaggio, l’approvazione in Consiglio regionale, che chiediamo avvenga in tempi stringenti. Lo dobbiamo a Giulia e alla sua famiglia».