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Nasce il reddito di inclusione

Il Senato ha approvato la legge sulla Povertà, collegata alla legge di Stabilità 2016, che delega il governo a introdurre nel nostro Paese, entro 6 mesi dall’entrata in vigore, la prima misura nazionale di contrasto della povertà. Queste le misure principali del testo: IL REDDITO DI INCLUSIONE La prima misura nazionale di contrasto alla povertà assoluta si chiamerà ”reddito di inclusione”. Sarà condizionata “alla prova dei mezzi, effettuata attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”. La misura consiste in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona, assicurati dalla rete dei servizi e degli interventi sociali, attraverso un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, da garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Si supera in questo modo un approccio assistenzialista alla condizione di estrema indigenza. Questi percorsi saranno predisposti da una équipe multidisciplinare. RIORDINO DELLE MISURE ASSISTENZIALI La legge delega prevede il riordino di tutte le misure assistenziali, escluse le pensioni. Il reddito di inclusione sarà dunque una misura unica: una volta a regime, cesseranno di esistere strumenti come la social card anziani e l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione. E sarà anche una misura universale, destinata a tutte le persone e le famiglie che versano in condizioni di povertà assoluta. I DESTINATARI DELLA MISURA Il “reddito di inclusione” è destinato, a regime, a sostenere tutte le famiglie in povertà assoluta. L’obiettivo sarà raggiunto in modo progressivo, a partire da 400 mila persone entro il 2017, con priorità per i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza accertata o con persone di età superiore a 55 anni in stato di disoccupazione. FINANZIAMENTO Il reddito di inclusione verrà erogato con le risorse del “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, già finanziato dalla legge di stabilità 2016 con 600 milioni nel 2016 e 1, 180 miliardi per 2017, 1,204 per il 2018. Ulteriori risorse proverranno dal riordino delle misure attualmente in vigore contro la povertà, che il governo dovrà effettuare con i decreti attuativi. Il Fondo per la lotta alla povertà sarà rifinanziato ogni anno, con la legge di Bilancio. POSSIBILE RINNOVO E DECADENZA Nei decreti attuativi, il governo dovrà specificare la durata e le cause di decadenza del beneficio. Il reddito di inclusione potrà essere rinnovabile, eventualmente dopo un periodo di sospensione, in seguito alla verifica della persistenza dei requisiti, con la definizione di un nuovo progetto personalizzato. DURATA MINIMA RESIDENZA ITALIA PER ACCEDERE A MISURA Per beneficiare della misura occorrerà un “requisito di durata minima della residenza sul territorio nazionale nel rispetto dell’ordinamento dell’Unione europea”. Il governo sta già lavorando ai decreti attuativi, per una rapida entrata in vigore del reddito di inclusione.



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