di Alessandro Naccarato*
In Veneto le mafie costituiscono il principale pericolo per l’economia e per la convivenza sociale. Nella nostra regione le organizzazioni criminali svolgono radicate attività nel traffico di stupefacenti, nel riciclaggio e nel reinvestimento di capitali illeciti, nel turismo, nel commercio e nella grande distribuzione, nell’edilizia, nei rifiuti, nella cantieristica navale, nell’intermediazione di manodopera. La puntata di ieri della trasmissione Report conferma questi allarmi e contribuisce a informare i cittadini sulla gravità della situazione.
Le recenti sentenze della magistratura confermano le segnalazioni e le denunce sottovalutate in passato e descrivono una situazione criminale in espansione, che coinvolge a vario titolo centinaia di indagati per gravi reati, numerosi professionisti e imprese.
Le mafie sono presenti in tutte le sette Province venete e dal 2018 ad oggi più di 700 persone sono state indagate per reati legati alle attività di gruppi di criminalità organizzata commessi in Veneto. Le prime sentenze in processi per reati mafiosi nella nostra Regione hanno registrato le condanne di 170 persone e molti procedimenti sono ancora in corso.
In importanti località del Veneto orientale si sono sviluppate iniziative economiche controllate da esponenti mafiosi con la partecipazione di amministratori locali. La strategia mafiosa è caratterizzata dalla mimetizzazione e dal progressivo ingresso nel tessuto economico attraverso la convergenza di interessi con il mondo delle professioni e dell’impresa. Infatti i gruppi criminali rispondono a una domanda di servizi illegali presente in alcuni settori dell’economia.
Uno dei settori più a rischio è quello di rifiuti, dove numerose imprese smaltiscono in modo illecito. Sono aumentati gli incendi dolosi nelle aziende di rifiuti. Le recenti scoperte di rifiuti stoccati in capannoni vuoti, in cave lungo i fiumi, all’interno di mezzi di trasporto costituiscono la conferma della vasta diffusione dell’illegalità. Questo settore è al centro degli interessi della criminalità organizzata, anche di quella di stampo mafioso, perché consente guadagni enormi e favorisce rapporti di complicità con l’economia locale.
Le mafie utilizzano professionisti, commercialisti, avvocati, esperti di diritto societario, imprenditori, operatori di banca, intermediari finanziari, che sono complici esterni all’organizzazione. Spesso questi soggetti acquisiscono aziende in difficoltà per riciclare denaro illecito e produrre false fatturazioni e commettono delitti economico-finanziari, come turbativa d’asta, truffe, reati tributari e fallimentari, che favoriscono l’illegalità e il riciclaggio, e danneggiano la concorrenza e il mercato.
I dati sui reati economici sono inequivocabili e confermano quanto emerso nelle recenti indagini giudiziarie. Il Veneto è la quarta regione italiana per segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio (dopo Lombardia, Campania e Lazio).
La collaborazione tra elementi riconducibili ai gruppi mafiosi e imprenditori e professionisti locali per reinvestire i proventi di attività illecite è in crescita. Le false fatturazioni in particolare sono un punto di incontro tra imprese e gruppi criminali che sintetizza bene la convergenza di interessi tra mafie e settori produttivi per alimentare con finalità diverse l’evasione fiscale.
Per queste ragioni è necessario superare le superficiali sottovalutazioni del fenomeno. Per evitare che una parte delle ingenti risorse pubbliche stanziate con il PNRR e per realizzare nuove infrastrutture stradali, ferroviarie e sanitarie e per le Olimpiadi invernali 2026 vengano utilizzate dai gruppi criminali radicati in Veneto, è necessario agire in fretta in due direzioni: aumentare le attività di prevenzione e contrasto assegnando all’autorità giudiziaria, alle forze dell’ordine e alle prefetture strumenti e mezzi per effettuare indagini e processi; ripristinare la precedente legislazione sugli appalti per favorire la concorrenza tra imprese virtuose e aumentare i controlli amministrativi per combattere la corruzione.
Responsabile legalità del Pd Veneto