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Lotto: «Nuova centralità della montagna»



La legge in corso di approvazione è una grande opportunità per cucire ferite tra le diverse parti del paese


«La montagna diventa sempre più centrale nel dibattito politico culturale italiano ed europeo». Ne è convinta la vice segretaria regionale del Partito democratico, Monica Lotto. Altrimenti, afferma, «non saremmo arrivati alla legge sulla montagna a un passo dall’approvazione definitiva del Parlamento». Si tratta di uno strumento utile a valorizzare le specificità di territori fondamentali per lo sviluppo dell’intero Paese. A disposizione ci sono fondi consistenti, 100 milioni di euro quest’anno che raddoppiano dal 2023. Ma, al di là dei pur decisivi stanziamenti di risorse, dice la vice segretaria, «sono più importanti gli obiettivi della legge e il percorso individuato per arrivare a questo punto. Limitare gli squilibri, contrastare lo spopolamento, dare una prospettiva di sviluppo ad aree finora ritenute marginali. Ecco, proprio questo è il punto centrale, la montagna e le aree interne smettono di essere la periferia d’Europa e diventano un luogo di riferimento centrale per le città e nei contesti nazionali. Sì è compreso, dopo decenni di confronti anche duri, che la montagna rappresenta un serbatoio di risorse ecosistemiche e ambientali dell'intero paese, un valore aggiunto che la politica finora non è stata in grado di riconoscere. Con il 60 per cento del territorio nazionale e il 22 per cento della popolazione italiana, il sistema di montagna e aree interne include zone di cerniera che devono avere un rapporto sinergico con le realtà urbane, non di contrapposizione».

Per noi, continua Lotto, «è indispensabile un modello di coesione e connessione tra tutte le parti del paese. La montagna e le aree interne devono essere messe nelle condizioni di essere al pari dei grandi centri urbani. Solo se tutti siamo sullo stesso piano possiamo crescere come paese. Per questo la prossimità diventa un'occasione di sviluppo, sfatando i luoghi comuni e ripensando le grandi direttrici dello sviluppo: in montagna si può fare impresa, si può fare impresa digitale, e si può coltivare innovazione».

La legge sulla montagna è il primo passo di questo processo e ne è al tempo stesso il banco di prova. Perché nulla sarebbe più rischioso, conclude la vice segretaria, «del fallimento di questo provvedimento atteso da decenni. Se le norme concordate da diversi attori istituzionali e politici restassero solo delle frasi prive di concretezza, in molti perderebbero la speranza accelerando ulteriormente i processi di abbandono e spopolamento in atto. Resto convinta invece che possiamo ricucire ferite secolari tra centro e periferia, tra montagna e pianure, tra zone rurali e città».

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