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Il vino promuove cultura e sostenibilità dei territori

Apre domani la 55^ edizione del Vinitaly a Verona. Le considerazioni di Alessio Albertini, responsabile agricoltura del Partito democratico del Veneto


Apre domani la 55^ edizione di Vinitaly a Verona. Un appuntamento di importanza fondamentale per l'economia veronese, veneta e nazionale.

La rassegna, una delle più importanti al mondo, dovrà servire anche a ribadire e dimostrare quanto il vino e tutto ciò che ruota attorno ad esso significhi non solo sviluppo e reddito, ma anche attenzione alla qualità, al territorio, al benessere umano.

Su questo fronte si sono fatti passi da gigante da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera, dai biologi che sviluppano le varietà, ai viticoltori, dagli enologi alle cantine, arrivando fino ai consorzi di tutela, che rivestono un ruolo di raccordo e promozione fondamentale. Il vino rappresenta oggi di fatto uno degli esempi meglio realizzati di "glocal", riuscendo a conciliare la tutela e valorizzazione del territorio locale e dei suoi abitanti con una visione distributiva e commerciale globale.

È per questo che appaiono strumentali e non accettabili alcune iniziative adottate in sede comunitaria da parte di altri stati membri, che intendono ridurre il vino ad un mero prodotto nocivo, il cui consumo andrebbe disincentivato e ostacolato.

Vanno quindi contrastate iniziative unilaterali e stravaganti come quelle adottate dall'Irlanda sull'etichettatura. Da questo punto di vista è un bene che la Commissione europea abbia espunto il modello di etichettatura conosciuto come ‘nutriscore' dal programma di lavoro 2023, rinviandolo al prossimo anno, anche grazie al lavoro autorevole e puntuale dell'europarlamentare Paolo De Castro, del Partito Democratico.

È importante che il governo e la Regione Veneto compiano ogni sforzo in sede comunitaria per spingere verso un modello che garantisca certamente l'irrinunciabile informazione ai consumatori, che è in primis interesse anche dei produttori, ma che sia in grado di tener conto delle peculiarità di ogni prodotto e territorio (impensabile parificare le grandi doc o i vini igt al prodotto di grande produzione) e anche alle quantità ed ai diversi stili di consumo che esistono all'interno dell'Unione europea (il consumo di alcool dei paesi mediterranei è molto diverso, in termini di qualità e quantità rispetto a quello scandinavo).

Non va confusa l'attenzione al consumatore e alla qualità della vita con battaglie ammantate di un ambientalismo di maniera che rischiano di coprire meno nobili obiettivi commerciali e di cambio delle abitudini di consumo.

Alessio Albertini

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