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Vanoi, Favero: «Sul no alla diga Lega arriva tardi»

Il responsabile ambiente del PD Veneto: «Siccità e piene si combattono in altro modo»


«Le perplessità del presidente Zaia sulla diga del Vanoi sono tardive. Da quando l’ipotesi di una diga sul Vanoi è sembrata un’opzione concreta il Partito Democratico del Veneto, e in particolar modo il PD della Provincia di Belluno insieme a tanti comitati e cittadini oggi riuniti a manifestare a Lamon, si è subito schierato contro questo progetto che rischia di diventare un secondo Vajont. La potenziale ubicazione dello sbarramento è infatti la franosa Val Cortella: un’area che la stessa Provincia Autonoma di Trento ha indicato nella Carta di sintesi della pericolosità come di livello di rischio massimo. Per combattere siccità e piene, spesso causate dal cambiamento climatico oggi sempre più evidente in Veneto, dobbiamo costruire meno, terminare i dieci bacini di laminazione mancanti, implementare il piano “laghetti” promosso dall’ANBI-Coldiretti, rendere i nostri territori nuovamente drenanti. La montagna veneta e le sue comunità non possono più far fronte alle necessità e gli errori di una gestione del territorio sbagliata e fatta specialmente in pianura da chi governa la regione da oltre venticinque anni». Così commenta Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture del Pd Veneto il secco no che arriva da amministratori, comitati e cittadini da Lamon al progetto di diga sul Vanoi.

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