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Dai militanti Pd veneto 7 mila euro per i profughi nei Balcani

Con i fondi destinati all’associazione IPSIA acquisiti medicinali, vestiario e cibo

Sono stati raccolti in tutto oltre 7 mila euro grazie all’iniziativa del Partito democratico veneto a sostegno delle organizzazioni non governative attive nei campi profughi in Bosnia. L’attività coordinata dalla segretaria PD di Vicenza, Chiara Luisetto, ha coinvolto tutte le federazioni provinciali e i circoli del Veneto.

Sono state centinaia le donazioni da parte di iscritti, militanti e simpatizzanti del Partito democratico che hanno deciso di aderire alla campagna lanciata a febbraio a seguito della missione in Croazia e Bosnia di quattro europarlamentari italiani, tra cui Alessandra Moretti che hanno posto all’attenzione pubblica i problemi umanitari lungo la rotta balcanica dei profughi. Da quelle più modeste di pochi euro, a quelle maggiormente consistenti, tutte hanno contribuito ad alleviare le condizioni disperate di centinaia di persone nel campo profughi di Lipa. I fondi sono stati destinati all’Associazione IPSIA – Istituto Pace Sviluppo Innovazione, legata alle Acli, una Ong attiva nel campo di Lipa (Bosnia) e in collaborazione stabile con la Caritas e con la Croce Rossa italiana.

«L’iniziativa ci ha visti protagonisti in tutte le province venete», sottolinea Chiara Luisetto. «La generosità degli iscritti e militanti del Partito Democratico verso un’emergenza umanitaria alle porte di casa nostra è stata, come sempre, straordinaria. Con i settemila euro raccolti IPSIA-ACLI ha potuto acquistare in loco beni di prima necessità, vestiario, farmaci e dispositivi sanitari. Un segno concreto di una solidarietà che non si ferma ai confini. I nostri valori, l’essere una comunità unita devono sempre più partire da segni concreti: dove ci sono privazioni, sofferenze e violenze, nel campo profughi di Lipa come nelle nostre comunità locali, dobbiamo esserci con  la politica buona, con la voglia di costruire e l’umiltà di ascoltare».

Le donazioni in denaro sono state preferite a quelle materiali per evitare problemi di carattere logistico e doganale e anche per sostenere l’economia locale. Con i fondi, infatti, l’associazione IPSIA ha acquisito in loco vestiario, medicinali, dispositivi sanitari e cibo per i migranti, coinvolgendo le piccole attività economiche al confine tra Bosnia e Croazia in difficoltà per l’emergenza sanitaria».

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