Falliti tutti gli obiettivi. Zaia latitante per una legge di bandiera
“Non è certo questa la legge che i veneti si aspettavano per un’inversione di tendenza rispetto al consumo di suolo. Qualche elemento positivo c’è rispetto al testo iniziale, con delle precisazioni necessarie, ma se dobbiamo tirare la somma, non può essere che negativa”. Questo il giudizio del Partito Democratico che in aula ha votato contro il provvedimento licenziato dalla maggioranza. “Quali sono i ‘consumatori di suolo’ che da domani dovrebbero preoccuparsi per l’approvazione della legge? Non quelli che fanno accordi di programma con la Regione, né i promotori di infrastrutture in project financing e neanche i cavatori. Forse chi deve costruire qualche capannone? Neanche, perché potranno utilizzare il Suap. Alla fine gli unici problemi potrebbero averli i Comuni che dovranno adeguare gli strumenti urbanistici, aspettare che la Giunta stabilisca i criteri e così via. La legge dovrebbe riguardare tutti i consumatori di suolo, tutti devono essere chiamati a dare un contributo per raggiungere un obiettivo di interesse pubblico per il Veneto e così non lo raggiungiamo. Basta un solo grande consumatore per vanificare l’impegno di tanti piccoli. Non è quello che serviva”, dice il capogruppo democratico Stefano Fracasso. “Andando alla sostanza di questa legge, sarà la sola Giunta che a scatola chiusa fisserà entro 180 giorni ai sensi dell’articolo 4 la quantità massima di consumo di suolo, poi l’articolo 11 la demolirà esentando dai vincoli previsti le attività che in Veneto sono causa del maggior consumo di suolo, infine con l’articolo 12, ciliegina sulla torta, i comuni in attesa del provvedimento della Giunta potranno costruire di tutto e di più in deroga ai divieti generali. Questa è un’occasione persa per riformare il modo di edificare in Veneto. Ed è grave – aggiungono Bruno Pigozzo e Andrea Zanoni – l’assenza in aula del presidente Zaia che aveva fatto di questa legge una bandiera, presentando il Pdl al momento del suo insediamento”.