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Banche poco popolari

Le vicende giudiziarie riguardanti la dirigenza della Banca Popolare di Vicenza mettono in evidenza la fragilità e le contraddizioni del mondo bancario e finanziario Veneto. Una delle provincie economicamente più dinamiche d’Italia, dove la piccola e media impresa sono protagonisti delle attività produttive, scopre improvvisamente che i grandi affari sono ancora una volta malaffari gestiti da imprenditori locali, uomini di grande potere che nessuno riesce a mettere in discussione in tempo utile. Il risultato sotto i nostri occhi è che migliaia di azionisti perdono improvvisamente i risparmi di una vita, il sistema bancario made in Veneto si scopre poco credibile, altri posti di lavoro a rischio e la magistratura ancora una volta sembra essere l’unico soggetto a cui rivolgere le richieste di tutela di quelli che rischiano danni esagerati per la fiducia mal riposta. Le responsabilità oggettive ci sono e verranno prima o dopo a galla, ma quanto valgono oggi gli interventi della BCE, i provvedimenti del governo, gli sforzi finanziari dei grandi azionisti, l’impegno dei dipendenti e le scelte editoriali degli stessi organi di stampa locale, finora tiepidi su questo argomento? Soprattutto cosa succederà ora? A chi toccherà rischiare per il rilancio della Banca in questo momento favorevole, quando l’economia nazionale sta crescendo in modo strutturale? Cosa rischia il Veneto? In questo incontro pubblico del prossimo sabato 21 novembre, organizzato dal Partito Democratico di Schio, proveremo ad approfondire e comprendere la vicenda nel suo complesso e e negli aspetti finora riservati agli “addetti ai lavori”. Intervengono Albeto Urbani, docente di diritto bancario all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Federico Ginato, parlamentare membro della commissione Finanze della Camera, Giulio Romani, segretario nazionale della First Cisl, Marco Ferrero della Lega consumatori regionale, Silvio Fortuna, imprenditore per la costituenda associazione soci BPOVI, Filiberto Zovico, editore di Veneziepost.it. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

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