«Bisognerebbe avere la decenza di salvare la campagna elettorale dalle stupidaggini». Il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, ironizza sull’ultima boutade del presidente pro tempore della Regione che ha annunciato di voler vendere palazzo Balbi, se rieletto. «Possiamo rubricare questa fesseria nella serie “detto e mai fatto” visto che da anni proprio Zaia inserisce nei bilanci milioni di euro di vendite immobiliari che puntualmente non si realizzano», insiste De Menech. «Viene invece da piangere se pensiamo al devastante spreco di denaro dei contribuenti avvenuto quando è stata la Regione a voler comprare un edificio», continua il segretario. «Nel 2007 la giunta regionale con vice presidente Zaia approva l’acquisto del palazzo Grandi Stazioni a Venezia per 70 milioni di euro. Peccato che due dirigenti della Regione, nel 2001 avessero valutato l’immobile per 35 milioni di euro. Come raccontato dalle cronache, e dal documentatissimo libro di Renzo Mazzaro “I padroni del Veneto”, nella transazione Grandi Stazioni realizza un plusvalore di oltre 24 milioni di euro e liquida una parcella di 1,6 milioni di euro di consulenza a Gianmichele Gambato, presidente della società Sistemi Territoriali, al 99,83% di proprietà della Regione». Che genere di consulenza sia stata e se la parcella sia stata congrua è oggetto di un’indagine della magistratura. Di certo, però resta che la Regione Veneto ha speso il doppio per l’acquisto di un immobile rispetto alla valutazione di mercato fatta dagli stessi tecnici della Regione. In definitiva, conclude De Menech, «Zaia non ha mai venduto mezzo mattone della Regione in vita sua, ma quando la Regione deve comprare paga il doppio».
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