Azzalin: “Sulle partecipate il Pd ha offerto la propria disponibilità per una strategia gestionale condivisa in modo da risolvere i gravi problemi delle partecipate, invece con le nomine che sono state fatte il centrodestra continua a farne terreno di scontro politico e di potronifici clientelari” VENEZIA “La nomina di Mancin è la risposta arrogante data da una parte di Forza Italia ai tentativi da parte del Pd di offrire la propria disponibilità cercare di trovare una via d’uscita alla situazione di stallo che si è venuta a creare nella gestione delle partecipate. Tutto lecito, per carità, ma questa nomina riesce addirittura ad essere ancora più indigesta di quella di Nicoli che, probabilmente, ha dovuto fare da capro espiatorio di una generale incapacità di gestione degli enti di secondo grado da parte di chi ha voluto renderli un terreno di scontro politico. Prima delle nomine dovevano venire delle strategie condivise, invece è sono stati imposti dei nomi difficilmente digeribili”. Toni duri da parte del consigliere regionale Graziano Azzalin, all’indomani del cambio al vertice di Ecoambiente, pronunciate durante l’incontro con il segretario regionale del Pd Roger De Menech domenica sera alla Festa dell’Unità di Borsea e ribadite con forza oggi. “L’incontro che il Pd ha chiesto – spiega l’esponente democratico – aveva proprio come obiettivo quello di chiedere che la parte politica che in questo momento, nonostante gli evidenti scossoni della ultima tornata delle amministrative, ha la maggioranza dei sindaci, cercasse una strada condivisa per risolvere i problemi che stanno vivendo le partecipate, Ecogest e Polacque su tutte. Non si trattava di fare nomi, ma semplicemente di capire che, come sta accadendo per la società dei rifiuti, i disservizi, i rapporti tesi con alcuni Comuni e, non ultimi, i problemi legati agli stipendi dei dipendenti, richiedevano che la politica facesse un passo indietro e non elargisse le poltrone agli amici, ma a chi davvero fosse in grado di affrontare con competenze tecniche e gestionali questo momento di grave difficoltà. Invece la caparbietà e la supponenza con la quale si è passati sopra a quanto è stato detto in quell’incontro rendono davvero difficile pensare ad ogni ulteriore forma di collaborazione. La sensazione è che quell’incontro sia servito a chi, come l’assessore Coppola, aveva problemi a far digerire anche a parte del suo schieramento nomine che senza ombra di dubbio rispondono unicamente ad esigenze clientelari. Insomma, siamo stati doppiamente presi in giro, ma su queste cose, in un momento del genere, pensavamo che la serietà fosse d’obbligo”. Concludendo Azzalin non risparmia un passaggio anche a chi, all’interno dal Pd, ha strumentalizzato la vicenda: “Qualcuno ha pensato bene di giocare la carta della mistificazione nonostante sapesse bene come si sono svolte le cose. Chi ci ha accusato di inciuci, infatti, bastava chiamasse qualsiasi sindaco per sapere che dal Pd non è arrivata nessuna segnalazione sui nomi e che l’incontro che è stato fatto serviva solo a cercare una strategia condivisa per superare il momento di stallo che ha pesanti ripercussioni nell’erogazione di servizi ai Comuni. I sindaci, dunque, hanno agito in piena libertà. Il Comune di Rovigo, cha ha la maggioranza delle quote, è il perno di una deprecabile strategia delle poltrone. Abbiamo visto bene, anche con la nomina di Paron, quali siano i criteri alla base delle scelte. Ma non si può affossare una provincia solo per puntellare i tentennamenti di qualche politico in difficoltà. Da parte mia, grande amarezza per come si stanno svolgendo le cose e per come qualcuno ha voluto strumentalizzare una situazione che necessiterebbe, invece, di grande responsabilità”.
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