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Autonomia, Veneto vittima della propaganda

Bisato: «Il percorso implica responsabilità. Spaventare il resto d’Italia è solo controproducente»

«L’autonomia del Veneto è vittima della propaganda di Zaia e della Lega». Il segretario regionale del Partito democratico, Alessandro Bisato, sottolinea come «i soggetti che si autoproclamano come i principali fautori del federalismo, sono in realtà i primi a ostacolare il percorso autonomista, mettendo una regione contro l’altra. Forse consapevoli che per gestire l’autonomia bisogna caricarsi grandi responsabilità e che il giorno dopo aver ottenuto autonomia, questi signori sarebbero tutti disoccupati: il loro ruolo pubblico e il loro appeal elettorale sarebbe pari a zero». «Basta ai continui rinvii», ha affermato questa mattina Bisato in conferenza stampa, «sono passati cinque mesi dal primo annuncio (settembre 2018) e persino ieri sera è arrivata l’ennesima pantomima romana. Il Consiglio dei Ministri si è fatto una chiacchierata amichevole sull’intesa tra stato e regioni, senza prendere alcuna decisione. Il nulla che fa rivendicare a Zaia il trattenimento di una quota delle tasse e al ministro Stefani che l’autonomia si farà a saldi invariati per lo stato. Con ogni probabilità ha ragione il ministro. Se mai si arriverà a un testo di legge condiviso la quota di fiscalità che le regioni potranno trattenere corrisponderà ai fondi spesi dallo stato per la gestione delle materie e delle funzioni che passeranno alle regioni». «In sostanza, hanno rimarcato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano Fracasso e il coordinatore dei parlamentari veneti, Roger De Menech, «scopriamo finalmente che i 9 decimi e il residuo fiscale erano invenzioni mediatiche che non trovano alcun riscontro nell’intesa. Il che ci riporta all’autonomia seria e responsabile che abbiamo sempre sostenuto, quella che è utile ai cittadini e che avvicina la gestione dei servizi alle esigenze del territorio. È prevista dalla Costituzione che il centrosinistra ha voluto e che tiene insieme le esigenze di maggiore efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione con la solidarietà nazionale. In questo schema nessuno perde e, soprattutto, non si generano le paure e i contrasti crescenti da parte delle altre regioni italiane». «Certo», sottolinea Diego Zardini, membro della commissione bicamerale e per le questioni regionali, «c’è meno materia per la propaganda e bisognerà individuare i livelli minimi dei servizi e relativi costi standard. C’è un lavoro serio e duro da fare, di studio più che di esposizione mediatica. Ma è l’unico che possa portare a risultati positivi. In questa direzione, vedo positivamente la possibilità che il Parlamento possa discutere apertamente dell’intesa tra stato e regioni e trovare il giusto equilibrio tra le esigenze delle singole regioni. Del resto, l’autonomia riguarda tutti noi, cittadini e istituzioni, associazioni ed enti locali, non è un affare privato di qualcuno».

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