«Dopo la decisione della Cassazione, che ammette il referendum abrogativo della legge Calderoli, cosa deve ancora accadere perché il governo e Zaia si fermino? Come abbiamo sempre sostenuto, il percorso verso l'autonomia differenziata è stato gestito in modo frettoloso, approssimativo e divisivo e va riscritto da capo. La Corte Costituzionale aveva già dichiarato profili di incostituzionalità nella legge, ma la Lega e Zaia hanno preferito ignorare i rilievi, dipingendoli come irrilevanti. Non solo: con la stessa sicumera ci hanno spiegato che proprio quelle ‘marginali’ richieste di modifica della Corte Costituzionale avrebbero annullato il referendum. Ebbene, in poche settimane abbiamo avuto la pubblicazione delle motivazioni delle bocciature, che si sono rivelate su materie centrali; e, oggi, il via libera al referendum abrogativo», dichiara Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico Veneto.
«Hanno sbagliato la legge e ora si arrampicano sugli specchi, ma la realtà non si può nascondere. Zaia governa il Veneto da 14 anni, e sono passati 7 anni dal referendum regionale per realizzare l'autonomia. Ebbene, tra promesse mancate, litigi interni e scelte frettolose, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: nulla di concreto. Questo era un progetto che doveva essere portato avanti in modo responsabile, serio, rispettoso della Costituzionale, e magari dialogando con chi, come noi, da anni indica gli inevitabili ostacoli. Ora, grazie a Zaia e soci, l’autonomia è di nuovo al palo», conclude Martella.