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Autonomia: escludere scuola, trasporti ed energia

Aggiornamento: 20 apr 2023


Il segretario del Pd e senatore Andrea Martella ha presentato un disegno di legge costituzionale per riformare il titolo V della Costituzione ed eliminare scuola, trasporti ed energia tra le materie trasferibili alle Regioni. Il provvedimento è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa in cui oltre al segretario regionale è intervenuto Ivo Rossi, responsabile del forum Autonomie e regionalismo del Pd.


La storia e le vicende politiche degli ultimi trent’anni hanno progressivamente deragliato dalle traiettorie attese, sia sul piano internazionale sia per quanto riguarda le dinamiche interne ai singoli Paesi. La globalizzazione dell’economia, immaginata come possibile strumento per attrarre nella sfera delle democrazie anche i regimi autocratici, oggi viene ripensata in profondità e il reshoring in corso ne è l’aspetto più visibile. I ripensamenti in atto, a partire dal ritorno degli Stati per far fronte alle nuove sfide e alle nuove inedite emergenze, assieme al rafforzamento dell’Unione europea e della stessa Alleanza atlantica, stanno disegnando un mondo diverso da quello immaginato e conosciuto nei primi anni Novanta. La stessa vicenda della pandemia globale da COVID-19 ha dischiuso scenari che non si immaginavano possibili. Queste mutate condizioni di sistema rendono ragionevole e necessario ripensare il riparto di competenze fra lo Stato e le regioni.


Il disegno di legge interviene sul terzo comma dell'articolo 116 e sul terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione al fine di mantenere un’uniformità nazionale delle relative politiche, riportandole alla competenza esclusiva dello Stato.

- Scuola. Vengono escluse le norme generali sull’istruzione da quelle materie che possono essere attribuite alle regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata, secondo quanto stabilito dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. L’istruzione, è un pilastro fondamentale della cittadinanza e un fattore di crescita sociale e civile della popolazione. Deve essere garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

- Grandi reti di trasporto e di navigazione. La possibilità di una frammentazione delle reti autostradali e addirittura ferroviarie e dell’eventuale trasferimento dei rispettivi demani da quello dello Stato a quelli delle singole regioni (quale quella che si potrebbe determinare sulla base delle richieste già avanzate di autonomia differenziata), finirebbe per creare artificiose segmentazioni delle reti, che sempre più, invece, richiedono una visione unitaria. Si tratterebbe peraltro di un processo in controtendenza rispetto al recente ritorno allo Stato di una parte della rete ANAS, che in nome del federalismo infrastrutturale era stata a suo tempo trasferita alle regioni, salvo poi chiederne, da parte delle stesse, il ritorno allo Stato per una gestione più efficiente e allo stesso tempo per garantire la presenza di un’unità di rete.

- Ordinamento della comunicazione. Con l’avvento di Internet e dei social media globali, questa materia sfugge alla regolazione ed è diventata refrattaria a una disciplina su scala territoriale. Ad oggi l’inadeguatezza della scala nazionale tende a spostare la regolazione sempre più in capo all’Unione europea.

- Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia. Si tratta di competenze che, data la crisi energetica vissuta dal Paese e più in generale dall’Europa, difficilmente oggi possono essere annoverate fra quelle attribuibili in via esclusiva a una o a tutte le venti regioni. La ragionevolezza impone di considerarle competenze rispetto alle quali lo Stato, in un rapporto di leale collaborazione con le regioni, manifesta il suo disegno unitario concorrendo con le regioni stesse alla realizzazione delle politiche di produzione e approvvigionamento. Diversamente, il frazionamento in capo a venti potenziali competenze esclusive finirebbe per arrecare danni gravissimi all’intero Paese, anche in termini di sicurezza nazionale.


Il partito democratico ribadisce che l'autonomia differenziata per il Veneto deve essere attuata a partire dalle materie che più interessano la società, i cittadini e le imprese della regione.


Quasi un anno fa, ad aprile 2022, il PD regionale aveva presentato una serie di proposte per uscire dallo stallo e per l'autonomia. Tra queste evidenziava l'esigenza di concentrare l'iniziativa su alcune competenze in funzione delle esigenze di crescita e rafforzamento della struttura produttiva:

  1. Competenze in materia di politiche attive del lavoro

  2. Competenze in materia di integrazione tra politiche attive e politichepassive

  3. Competenze in materia di organizzazione delle fondazioni ITS

  4. Competenze per la realizzazione di un sistema integrato di istruzioneprofessionale e di istruzione e formazione professionale

  5. Competenze in materia di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese

  6. Competenze in materia di governo del territorio in funzione dellarigenerazione urbana

  7. Competenze in materia di prevenzione del rischio sismico

Il Disegno di Legge Costituzionale presentato dal PD al Senato


Rassegna stampa






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