Stop al consumo di suolo, rinaturalizzazione delle cinture urbane, rigenerazione urbana, un piano per l’acqua, tutela dei fiumi e nuovi bacini di laminazione. Sono le cinque proposte che il Partito democratico del Veneto ha presentato oggi avviando la campagna ‘Curiamo il Veneto’.
A fronte dei cambiamenti climatici che hanno fatto registrare in Veneto oltre 100 eventi meteorologici dal 2010 al 2023 di cui 85 negli ultimi sei anni, il segretario regionale Andrea Martella sollecita «l’urgenza assoluta di agire, prendendo piena coscienza di come quelle ecologiche non siano questioni a sé stanti e di come non esistano due piani separati, uno ambientale e uno economico-sociale. In quest’ottica come Partito Democratico Veneto abbiamo elaborato una serie di proposte concrete per affrontare i cambiamenti climatici e adattare di conseguenza le nostre città e i nostri territori. L’auspicio è che diventino patrimonio comune, oggetto di dibattito pubblico e di confronto istituzionale. È tempo di capire che la crescita dei prossimi anni o sarà sostenibile o non sarà. È la sfida alla quale è chiamata la politica, sia sul piano nazionale, sia a livello europeo e globale. La tutela del territorio, la difesa del suolo e la sicurezza idrogeologica devono diventare una vera e propria priorità per la nostra regione».
«Il cambiamento climatico determina il bisogno di una grande opera di riassetto del territorio, di infrastrutture ambientali che lo mettano in sicurezza e di interventi di prevenzione legati ai rischi naturali, di rigenerazione e di rinaturalizzazione di tante aree antropizzate e spesso abbandonate con lo stop al consumo di suolo», afferma il responsabile del Forum regionale Ambiente e Infrastrutture del PD veneto, Matteo Favero. «Sono azioni che producono posti di lavoro, bellezza e difesa del nostro ambiente».
Le 5 proposte del Partito Democratico
1. STOP AL CONSUMO DI SUOLO
Fermare subito il consumo di suolo è fondamentale. Serve una revisione della legge regionale n. 14/2017 sul consumo di suolo – che ha moltiplicato le superfici edificabili – con il fine di eliminare tutte le deroghe e per impedire nuovi interventi che minacciano il territorio.
2. RINATURALIZZAZIONE DELLE CINTURE URBANE E DELOCALIZZAZIONE DEGLI EDIFICI A RISCHIO
La rinaturalizzazione delle cinture urbane e delle zone di esondazione, in particolare vicino ai fiumi, è essenziale per prevenire disastri naturali e proteggere le nostre comunità. Gli edifici costruiti in aree a rischio devono, quando possibile, essere delocalizzati per ridurre la vulnerabilità del territorio.
3. RIGENERAZIONE URBANA E CITTÀ RESILIENTI
Le nostre città devono essere ripensate con azioni di rigenerazione urbana, forestazione e depavimentazione delle aree cementificate. Sono necessari il recupero di edifici abbandonati e la riconversione di aree industriali, insieme a investimenti in infrastrutture resilienti, capaci di resistere a eventi climatici estremi. In questo modo le nostre città saranno più belle, sicure, e sostenibili.
4. PIANO PER L’ACQUA E INVASI
L 'acqua è una risorsa vitale e va gestita con attenzione. È perciò giusto realizzare nuovi invasi per migliorare la gestione delle risorse idriche, prevenire le piene e garantire l’approvvigionamento durante i periodi di siccità. La tutela delle nostre riserve idriche è una priorità per il futuro di tutti.
5. TUTELA DEI FIUMI VENETI E BACINI DI LAMINAZIONE
I fiumi veneti, fortemente antropizzati – come il Piave – e messi sotto pressione dai cambiamenti climatici, richiedono interventi urgenti. È necessaria una gestione condivisa con i cittadini dei nostri fiumi con misure integrate per la sicurezza idraulica, come la realizzazione dei bacini di laminazione (rispetto a quelli già previsti ne mancano 10 su 23) per regolare le piene e proteggere il territorio. Va inoltre salvaguardata la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali e il miglioramento della qualità delle acque.
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