Patto per la crescita
del Veneto
INTRODUZIONE
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Il Veneto, cuore pulsante della manifattura italiana e modello di eccellenza industriale, attraversa un momento di significativa preoccupazione economica, come attesta anche l’analisi di Banca d’Italia sulla nostra Regione. Nonostante i molti punti di forza del sistema produttivo veneto, cala la produzione industriale (-1,9% nel terzo trimestre 2024), si riducono gli ordini dall’estero (-3,4%), diminuisce in generale l’export (-1,8% nel secondo trimestre 2024). Tutti elementi che si traducono nella sofferenza di diversi settori chiave, tra cui automotive, moda e metalmeccanica. Altri fattori suggeriscono una crescente incertezza: le assunzioni nel settore industriale segnano un rallentamento, mentre aumentano le crisi aziendali monitorate dalla Regione. A settembre di quest’anno sono state autorizzate 8 milioni di ore di Cassa Integrazione, il record negativo dal 2014.
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Le risposte del Governo nazionale sono state deboli e prive di una visione strategica, mentre la Regione Veneto non ha saputo avanzare alcuna proposta per rilanciare il tessuto produttivo locale. Questa assenza di guida rischia di aggravare ulteriormente la situazione, minando le basi di una regione che ha fatto della sua capacità imprenditoriale e innovativa un fattore identitario.
In questo contesto, il Partito Democratico Veneto propone un “Patto per la crescita”, una piattaforma di interventi concreti per sostenere imprese, lavoratori e territori, per rilanciare la crescita del sistema produttivo e lo sviluppo del territorio e della coesione sociale. L’obiettivo è rilanciare la competitività del Veneto puntando su innovazione, sostenibilità e formazione, elementi imprescindibili per affrontare le sfide economiche globali e garantire un futuro di sviluppo. Aiutando così le imprese della nostra regione a competere con più agilità negli sfidanti scenari internazionali.
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Un ‘Patto per la crescita del Veneto’, in 5 punti
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Rifinanziamento del settore Automotive e dell’indotto
Il taglio di 4,6 miliardi (-80%) del Fondo Automotive deciso dal Governo ha messo in ginocchio un settore che impiega migliaia di lavoratori anche in Veneto. Il PD propone il rifinanziamento integrale del Fondo per sostenere le imprese del comparto, salvaguardare la filiera e tutelare i lavoratori.
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Rilancio dell’efficientamento energetico e della riqualificazione edilizia
Con il settore edilizio in crisi (-26,5% per la riqualificazione nel 2024, -9,5% per gli investimenti e -7,7% per il valore della produzione), il Governo ha drasticamente ridimensionato gli incentivi per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica e sismica delle abitazioni. Si propone di ripristinare gli incentivi per l’efficientamento energetico e la sicurezza sismica degli edifici nella misura precedente all’esperienza del Superbonus. Un impegno che mira a sostenere un settore che da solo rappresenta oltre il 15% del PIL regionale.
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Riduzione del costo dell’energia e promozione delle rinnovabili
Il PD propone un Fondo per le rinnovabili dedicato alle PMI, con contributi a fondo perduto fino al 50% per impianti di autoproduzione energetica e incentivi per le comunità energetiche locali. Inoltre, si propone di disaccoppiare i prezzi di gas e luce rendendo così possibile, per alcune realtà, ottenere prezzi maggiormente calmierati per l’energia elettrica, favorendo una maggiore competitività.
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Investimenti in lavoro e formazione
Proponiamo l’istituzione di un Fondo Intelligenza Naturale per sostenere la formazione dei lavoratori nelle competenze digitali e green, con risorse per coprire i costi di formazione e contributi previdenziali. Per incentivare l’occupazione giovanile, proponiamo uno sgravio contributivo del 100% per tre anni per i contratti di apprendistato. Inoltre l’istituzione di una Agenzia per lo sviluppo del Veneto e per la sua attrattività, per investire sul trasferimento tecnologico, aiutando a mettere in collegamento ricerca, formazione e impresa.
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Digitalizzazione e semplificazione normativa
Si propone l’introduzione di un Voucher Digitale per sostenere le micro e piccole imprese nella transizione digitale, con importi parametrati al numero di dipendenti. Inoltre, proponiamo una drastica semplificazione normativa per liberare le risorse del Piano Transizione 5.0, che oggi restano bloccate da iter burocratici complessi.